9 marzo 2009
Qui l'originale
Una domenica pomeriggio di sole dopo settimane di pioggia. Una serie ordinata di stand e pubblicazioni.
E un certo sentire, tattile quasi, sulla ‘dimensione delle storie’ che sta cambiando.
Il sette e l’otto marzo 2009, sabato e domenica, al Foro Boario di Modena (zona centrale attaccato al famoso Parco Novi Sad, lo stesso dove Pavarotti si esibiva annualmente con i suoi friends) si è svolta la seconda edizione del Modena Book Festival. Poca pubblicità, scarsa divulgazione perfino on line, non è facile reperire informazioni su questa manifestazione nata nel 2008 con l’intento di seguire il prestigioso esempio di Roma avvicinando i lettori locali alle medio piccole case editrici.
Lo spazio non manca, gli stand sono ben disposti, c’è spazio per girare, curiosare e chiedere. Qualche evento che non guasta, da seguire anche di passaggio, nel piccolo spazio di un ambiente destinato allo studio e prestato alla cultura. Ma. Qualcosa nell’aria c’è, qualcosa che muove energia creativa, qualcosa che spinge le storie verso ‘dimensioni inusuali’, meno convenzionali, forse sperimentali direbbe qualcuno, forse strane commenterebbe qualcun altro. Tutto quello che so è che ho comprato, spinta da quest’onda, ascoltando dibattiti e annusando copertine. La dimensione delle storie si intrufola tra tempi brevi, spazi piccoli ma pieni, intensi. Ed è un formato tascabile, spesso, che si legge a sorsate ma che riempie.
Femmina De Luxe di E.Bucciarelli (PerdisaPop- Babele Suite, 2008);
Si muore bambini di N.Vallorani (PerdisaPop – WalkieTalkie, 2008);
L’ora del diavolo di F.Pessoa (Voland, 1998);
Tamarri di Remo Bassini (Historica- Collana short cuts, 2008).
Ma anche dimensioni recuperate, in formati dai sapori ferrosi, limpidi e ancora vicini a quel piccolo portarsi in giro oggi storie e versi di altri giorni, scritti in un passato non poi così lontano.
L’enigma e le maschere di F.Pessoa (Mobydick, 1993)
Il principe Otto di R.L.Stevenson (Nottetempo, 2002).
Infine una dimensione forse parallela, magari solo inusuale e per questo piena di colori e odori sorprendenti, una dimensione dove le parole si possono ascoltare, dove le storie si fanno voce e i versi canti.
Pianodeltablues da una storia di G.Leotta e G.Rigosi, Matteo Belli and Faxtet (Mobydick, 2009)
Confessioni.com di Elena Bucci and Faxtet (Mobydick, 2008)
Villes, visions di Sylviane Dupuis, musiche originali eseguite da Faxtet (Mobydick, 2004)
Queste nuove dimensioni le ho sentite, esistono.
Nelle storie che mi sono portata via, che adesso aspettano letture, decompressioni, ascolto.
Negli odori di carta e plastica.
Nell’idea, forse illusoria ma anche no, che nelle piccole realtà editoriali si muove un‘sentire’che aspira a essere grande.
Barbara Gozzi