Gialloliva, Radio Popolare, 20 ottobre 2008
Qui l'originale
L'opera terza di Elisabetta Bucciarelli, che tecnicamente, come vogliono le regole della collana in cui appare, è una novellette, qualcosa di più di un racconto lungo e qualcosa di meno di un romanzo breve, ma da punto di vista dell'impegno narrativo e della solidità strutturale non ha nulla da invidiare a un romanzo vero e proprio, dimostra non soltanto che l'autrice ha compiuto un salto di status definitivo, passando dal novero delle promesse a quello di presenza affermata nel noir italiano di oggi, ma anche la sua capacità di trattare il genere senza lasciarsi imbrigliare dagli schemi. In fondo il suo personaggio, l'ispettore Maria Dolores Vergani, nasceva con delle caratteristiche molto simili a quelle di tanti personaggi del procedural nazionale, la contrapposizione tra la funzione pubblica e la sensibilità privata, le complicazioni familiari e personali, il rapporto con una corte di comprimari più o meno pittoreschi, e le sue prime indagini erano, alla fin fine, di stampo piuttosto tradizionale, anche se vi veniva esibita una perfidia nettamente maggiore di quella del giallista medio e l'autrice ne approfittava per certi fulminanti scavi sociologici e culturali nella realtà in cui faceva muovere i suoi eroi (che era, poi, quella della borghesia bene della nostra città). In Femmina de luxe, invece, tutto questo resta piuttosto sullo sfondo e la storia si concentra su due personaggi veramente straordinari e il loro destino incrociato: due donne che aspirano, ciascuna a suo modo, a incarnare, costi quel che costi, un modello di perfezione femminile senza rendersi conto che si tratta di un modello altro, di qualcosa imposto dal di fuori. Sono entrambe destinate a pagare, naturalmente, l'una con la vita, l'altra con una profonda umiliazione, ma, se non altro, avranno vissuto fino in fondo la propria contraddizione di oggetti di consumo che non desiderano altro che essere consumati e scusatemi se vi sembro un po' enigmatico,di questa storia non si può proprio raccontare la trama: bisogna scoprirla come ce la propone l'autrice, per brevi, fulminanti illuminazioni. Accanto a loro, comunque, si muovono, in una specie di caleidoscopio impazzito, altre strane figure: frequentatori fuori di testa di gallerie d'arte, suonatori di jazz sciroccati e parecchio infidi, esteti meschini del comportamento sociale e quel misterioso signore che, diciamo così, imbratta di feci le cabine del telefono (alla polizia è noto, infatti, come “l'attaccastronzi”) e forse c'entra e forse no. Una trama assolutamente virtuosistica, che procede per quadri staccati e concentra in un centinaio di paginette mignon almeno due percorsi esistenziali, un'indagine poliziesca e una disperata storia d'amore e getta uno sguardo particolarmente acuto sulle nostre quotidiane miserie. Forse non è un noir vero e proprio, ma la cosa, per una volta, non ha importanza.
Carlo Oliva
Elisabetta Bucciarelli, Femmina de luxe, "Babelesuite" – Perdisa, pp. 120, € 9.00