Qui l'originale
Elisabetta Bucciarelli vive e lavora a Milano. Ha pubblicato i saggi Strategie di comunicazione (Riza Scienze), Io sono quello che scrivo. La scrittura come atto terapeutico (Calderini) e Le professioni della scrittura (Eda-Il sole 24ore). Ha pubblicato i romanzi Happy Hour (Mursia, 2005) e Dalla parte del torto (Mursia, 2007, selezionato al premio Scerbanenco). Nel 2008 Femmina De Luxe (Gruppo Perdisa Editore). Collabora con diverse testate giornalistiche
occupandosi di filosofie, arte, manie. Conduce il target “GialloFuoco”, su Booksweb.tv.
BG: Ho letto sul tuo sito che hai scritto per il teatro, la televisione e il cinema. Hai pubblicato 2 saggi sulla scrittura e 3 romanzi thriller/noir. Inoltre dal 1998 sei iscritta all'Ordine dei Giornalisti e collabori con diverse riviste. Come fai a conciliare tutte queste attività?
EB:Lavoro con la scrittura da sempre. Ho iniziato a scrivere testi teatrali e poi sceneggiature cinematografiche e, per vivere, ho scelto di mettermi al servizio della carta stampata. In realtà, la cosa più difficile è stata conciliare la narrativa con tutti gli altri tipi di scrittura. Il passo del romanzo e del racconto è molto differente da quello dell’articolo di giornale o della sceneggiatura cinematografica. Per questo alterno momenti in cui mi dedico ai romanzi o alle short story e altri in cui gli altri tipi di scrittura prendono il sopravvento.
BG:Nel tuo libro Le professioni della scrittura dai indicazioni per aspiranti romanzieri ma anche giornalisti, copywriter, traduttori, sceneggiatori. Quindi è possibile vivere solo scrivendo?
EB:Sì, certo che si può vivere scrivendo. La maggior parte degli amici che ho si mantiene con la penna. Forse è più difficile vivere solo di romanzi. Anche se conosco autori, anche non famosi, che si mantengono con i proventi dei loro libri. Dovremmo intenderci su cosa significhi “vivere di scrittura”… magari non ti compri la villa sulle bianche scogliere di Dover, ma riesci a pagarti un affitto più che dignitosamente.
BG:Quali sono le cose nel tuo lavoro di scrittrice che adori e quelle che detesti?
EB:Vivere tutte le vite che voglio. Giocarmi in ruoli differenti. Inventare mondi, situazioni, atmosfere. La parte bella dello scrivere per me è questo. Detesto l’esibizione necessaria per seguire il libro in promozione.
BG:Parliamo dei tuoi romanzi. Happy Hour, Dalla parte del torto e Femmina de Luxe. Unico comune denominatore l'ispettore di polizia Maria Dolores Vergani. Cosa hai in comune al tuo personaggio?
EB:Maria Dolores Vergani vive e lavora a Milano la mia città, crede nella verità più che nella giustizia, ama stare da sola, concede sempre una seconda possibilità e sta dalla parte delle donne. Arrabbiandosi se è il caso, ma solo quando è necessario. Sono un po’ così anch’io. Il resto è un assemblaggio di realtà che osservo e fantasia.
BG:Nel 2008 sei stata finalista al Premio Azzeccagarbugli e ora al Premio Serbanenco. Una sorpresa o te l'aspettavi?
EB:Sono stata finalista dell’Azzeccagarbugli grazie al voto di una giuria di qualità competente. Una conferma ufficiale al mio lavoro. Dalla parte del torto non ha avuto vita facile. Se da un lato è stato apprezzato molto, (era tra i venti semifinalisti dello Scerbanenco 2007, quella è stata una vera sorpresa),non a tutti è piaciuto allo stesso modo. La finale dell’Azzecca mi ha riconfermato e sostenuto. E mi ha fatto molto bene. Al premio Scerbanenco di quest’anno è cambiato il regolamento. Siamo tutti in gara, quindi ancora nessuna emozione. Stiamo a vedere. Comunque non scrivo per i premi, questo l’ho capito.
BG:Parlaci del tuo ultimo romanzo Femmina de Luxe . Come è nata l'idea?
EB:Femmina De Luxe è nata da due personaggi femminili: Olga e Marta. Due donne molto diverse ma ossessionate dallo stesso desiderio di perfezione. Il femminile e l’estetica, nel senso di filosofia estetica, sono i miei temi di questo momento. In questo libro ho cercato di raccontare cosa può succedere a chi non riesce a trarre soddisfazione dalle cose che ha, e continua spasmodicamente a sbilanciarsi verso una presunta idea di sé magnifica e di successo. Ovviamente illusoria e irraggiungibile.
BG:Cavallo lesso e il Pazzo dell'arte come nascono questi personaggi?
EB:Olmo (Cavallo Lesso) e Laio il diavolo (Il pazzo dell’arte), partono da una base di realtà, persone che incontro e su cui rifletto a lungo. Le frequento e cerco di entrare nella loro dimensione “delirante”, e poi ne traccio un ritratto. Filtrato dalla mia vena surreale.
BG:Come è il rapporto con la tua nuova casa editrice il Gruppo Perdisa Editore?
EB:Non è una nuova casa editrice per me. Ho già pubblicato due libri con Alberto Perdisa. E’ stato il primo editore che ha pubblicato un mio lavoro. Ero giovanissima e lui mi ha dato fiducia. La vera novità è l’incontro con Luigi Bernardi. Per questo credo che Femmina sia un punto molto significativo del mio lavoro.
BG:Cosa ti piace leggere e cosa invece ti rifiuti di prendere in mano?
EB:Non rifiuto niente a priori. Di solito leggo prima le cose di cui diffido per poter avere un parere reale. Per Booksweb.tv divoro un numero impressionante di gialli e noir, italiani e non. Piacere e indifferenza sono le due emozioni più frequenti. Ma ultimamente sono riuscita anche a indignarmi. Direi che mi piacciono i libri capaci di invadere il lettore e di lasciargli qualcosa da portare con sé. Una frase, un pensiero, un’atmosfera, una storia. Non sono affine al giallo rosa d’intrattenimento puro. O ai manuali demenziali su come accalappiare gli uomini o affittare le case.
BG:Consigliaci tre libri che ti sono piaciuti e che a tuo avviso dovrebbero esserci anche nella nostra biblioteca personale.
EB:Tra i neri, James Barlow, Torno presto, Sellerio. Nei romanzi di formazione, Simone de Beauvoir, memorie di una ragazza per bene, Einaudi (o qualunque altro dei suoi), e tra le ultime uscite Kafka sulla spiaggia, di Haruki Murakami, Einaudi. Ma riuscirei a darti una risposta diversa tra una settimana… i libri belli, del passato e del presente, per fortuna, sono tanti. In questo momento sto rileggendo il Mago di Oz. Fantasmagorico.
BG:Quali sono i tuoi prossimi lavori in cantiere?
EB:Sto terminando il quarto Vergani. E ho da scrivere un paio di racconti per due antologie che sembrano molto interessanti. Una short story è invece di prossima uscita per una raccolta di Sperling & Kupfer tutta al femminile.
BG:Siamo alla fine. Come chiuderebbe questa intervista l'ispettore di polizia Maria Dolores Vergani?
EB:Probabilmente spegnendo il computer, (lei decisamente meno emozionata di me), augurandosi di aver fatto tutto il possibile per comunicare a te e ai lettori quanta passione sia contenuta nel suo lavoro. In questo siamo decisamente la stessa cosa.
Un grazie a Elisabetta per la disponibilità e per i suoi bellissimi libri.